PETRARCA: L’ASCESA AL MONTE VENTOSO.

“L’ascesa al monte ventoso” è un’epistola, in cui l’autore ricorda (ricostruendola a  posteriori e arricchendola di particolari e dettagli pensati ad arte) un’ascesa al Monte Ventoso,ossia il  Mont Ventoux, un rilievo che si trova nella regione francese della Provenza, compiuta nel 1336 con il fratello Gherardo. La scalata diventa occasione per un esame intimo della propria morale e, al tempo stesso, un modo per tratteggiare una propria autobiografia ideale.

 

Riassunto e tematiche

L’allegoria della crisi spirituale: Francesco e Gherardo

In apertura della lettera, Petrarca confessa all’amico Dionigi, a cui è destinata l’epistola, di aver intrapreso la scalata del Ventoso sia per soddisfare una curiosità personale sia su suggestione di un precedente letterario, ovvero la salita di Filippo V di Macedonia (238 – 179 a.C.) sul monte Emo in Tessaglia, descritta da Tito Livio, un autore latino.

La scalata diventa in realtà un’allegoria della crisi spirituale del poeta, e quindi il raggiungimento della cima può divenire esplicito simbolo della salvezza eterna. La descrizione geografica si unisce a quella psicologica, per rendere più chiara la comprensione del senso metaforico testo: Petrarca, che si accinge all’ascesa in compagnia del fratello Gherardo, parte nonostante gli avvertimenti di un anziano pastore sulla difficoltà del cammino, assai impervio e difficile. Subito si palesa una chiara differenza tra i due personaggi: se Gherardo sale rapidamente per la via più erta e veloce, Petrarca, per scansare la fatica, preferisce il sentiero più basso, attardandosi nella ricerca del sentiero più comodo e facile.

La lettura simbolica è immediata: Gherardo Petrarca, che prende i voti monacali nel 1343, sale senza difficoltà perché è libero dalla schiavitù dei beni materiali, mentre Francesco si riconosce ancora legato ai peccaminosi piaceri della Terra La crisi spirituale viene risolta una volta raggiunta la cima. Il brano, che invita gli uomini alla riflessione intima e a dare poco peso alle cose terrene. La narrazione si conclude con la discesa a valle e la presa di coscienza da parte del poeta dell’importanza del cambiamento interiore e del grande impegno necessario non tanto per scalare il monte quanto per vincere gli appetiti terreni, ovvero i “desideri suscitati dalle passioni terrene”.

 

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